Sulle targhe la presenza dello zero non è rara: oltre a comparire nelle normali sequenze seriali, se anteposta o separata può avere la funzione di codice per indicare determinate situazioni.
Eppure c’è anche stato il caso di una targa 0 nella quale il numero, isolato, è stato considerato come l’iniziale della sequenza. E’ successo molto tempo fa e abbastanza lontano da noi.
In Romania, fin da prima del 1890, furono importati alcuni veicoli a vapore ed una delle primissime De Dion Bouton, ma bisognò aspettare un decennio perché il parco automobilistico divenisse abbastanza consistente da suggerire la disciplina amministrativa e fiscale del settore.
Le targhe comparvero nel 1901 e la Prefettura di Bucarest assegnò la 1-B a Basil Assan, un ingegnere noto anche all’estero per le sue esplorazioni nelle terre polari.
Dopo qualche tempo rimpatriò dalla Francia il principe Valentin Bibescu – si dice uomo piuttosto arrogante – appassionato di automobilismo che fu co-fondatore dell’Automobile Club Rumeno (e più tardi divenne un’asso dell’aviazione) e portò con sé la sua automobile che aveva acquistato a Parigi in epoca precedente a quella di Assan e pretese che la 1-B fosse trasferita sulla sua. Certamente, più che farne una questione di principio, è presumibile che fosse interessato soprattutto alla targa dato che non avrebbe avuto senso impuntarsi per solo il fatto di aver comprato una macchina prima del suo concittadino che, tra l’altro né l’una né l’altra erano le prime della Romania.
Oltre all’opposizione del legittimo titolare, vi fu la perplessità del Prefetto dato che non erano previsti scambi di targhe.
Le soluzione fu trovata con gradimento di tutti assegnando al principe la targa 0-B.
Nel 1905 Bibescu fece un viaggio fino a Isfahan, passando per la Russia e valicando il Caucaso, facendo conoscere alla Persia la prima automobile.
Probabilmente, forte del suo ruolo principesco, trasferì arbitrariamente la targa ad altre sue successive automobili. L’immagine mostra la “moderna” Mercedes con la quale raggiunse la Persia, e comunque le fonti attestano che circolò con la 0-B per un trentina d’anni, cosa impossibile se fosse restata applicata su una primitva vettura del 1900.
[Contributo di Guglielmo Evangelista, Presidente AISTA]
Notizia interessante! Forse nasce da qui la passione degli europei orientali (russi in testa) per le targhe contenenti zeri e “O”.
Noto che il principe, almeno nella targa anteriore, ha omesso la B. Forse riteneva sottinteso che la sua auto potesse essere immatricolata solo nella capitale.