Quella delle targhe personalizzate è una questione che si agita nel nostro paese da molti anni e che coinvolge anche persone che non si interessano all’automobilismo. E’ una di quelle tante cose irrilevanti che tuttavia, nell’immaginario popolare, sembrano indispensabili per le sorti dell’Italia.
Esse esistono da lungo tempo in un gran numero di nazioni e anche il nostro Codice della strada le prevede, ma in pratica, mancando le norme applicative in proposito, non se ne sono mai viste a parte le targhe di prova che per la loro funzione, le loro piccole dimensioni e l’aspetto dimesso passano del tutto inosservate.
Qualche eccezione sui generis che non altera il quadro generale è rappresentata da quelle targhe con combinazioni numeriche o alfanumeriche “tonde” (Tipo CR 500000 o AA 000 AA e simili) che in modo informale vengono consegnate a qualche personaggio importante e, soprattutto, ai presidenti o alle vetture di servizio delle sedi dell’Automobile Club.
Comunque la personalizzazione sarebbe stata inaccettabile quando esistevano le targhe con le sigle provinciali e le sequenze numeriche, mentre sarebbero meno assurde al giorno d’oggi dove ogni targa non ha più un significato compiuto ma è solo un’accozzaglia di lettere e numeri.
Il discorso è un altro.
L’uomo della strada – che magari non spenderebbe un centesimo per avere una targa di questo tipo sulla sua automobile – pensa però che tutte le persone importanti o famose ne approfitterebbero subito e quindi in ogni sua passeggiata gli potrebbe individuare, vedere, seguire, magari attendere al parcheggio il grande calciatore, l’attore famoso, l’importante politico.
Sono sciocche illusioni: queste persone stanno ben attente a non farsi riconoscere e non useranno mai una targa personalizzata.
Il signor Renzi e il signor Berlusconi non hanno nessuna intenzione di farsi sfasciare l’automobile da qualcuno che non la pensa politicamente come loro, così come il signor Renato Zero o il signor Valentino Rossi non desiderano essere assediati in continuazione dai fans che magari farebbero a pezzi la macchina non per odio politico ma per portarsi a casa un ricordino.
Questo sistema quindi farebbe sostanzialmente solo la gioia delle aziende, dei commercianti e in genere di chi vuole servirsene per pubblicità, come se non ce ne fosse già troppa. Vedremmo quindi dotate di queste targhe le macchine di qualche bar o di qualche catena di supermercati, ed inoltre solleticherebbero le ambizioni dei soliti esibizionisti: non mancherebbe quello che vuole testimoniare quanto ama sua moglie mettendo il suo nome sulla targa: ovviamente delle sue vicende personali (magari lo tradisce pure!) non interessa proprio a nessuno.
Purtroppo l’ automobile è il modo più efficace per svegliare il lato esibizionistico di molte persone, talvolta al limite della patologia, che l’adornano con gli accessori o la verniciano con i colori più strani. Comunque non è un fenomeno di oggi ma coinvolgeva anche chi cento e più anni fa non si appagava del fatto che avere solo l’automobile era già un eccezionale segno di distinzione. E così anche oggi non basta portare in giro una Ferrari, ma anche la targa deve essere speciale.
All’atto pratico vediamo i risultati sulle già richiamate targhe di prova, le uniche al momento personalizzabili: pochi hanno raccolto la proposta e vi sono al massimo combinazioni che riconducono al nome di qualche concessionario o alla marca dell’auto, ma per la maggior parte sono anonime, e questo nonostante che la scelta sia libera e non è soggetta, come avviene all’estero, a costi aggiuntivi.
Nella Repubblica di San Marino, dove le targhe personalizzate sono ammesse da anni, il loro uso resta limitato: qualche macchina di lusso usata per i matrimoni e qualche auto aziendale.
E naturalmente le automobili dei Capitani Reggenti e dei pezzi grossi del governo locale usano targhe comunissime che non possono essere collegate alle istituzioni.
Anzi, le autorità sanmarinesi hanno dato un giro di vite al rilascio di queste targhe dopo che gli italiani delle provincie vicine le montano sulle proprie automobili, talvolta neppure immatricolate nella repubblica.
In conclusione: sfoggio di fantasia e di inventiva? No, sfoggio di stupidità.
E comunque, che i pareri al proposito siano favorevoli o contrari, in fin dei conti la targa personalizzata, che in certi casi e in certi paesi viene veramente fatta pagare a peso d’oro, è sostanzialmente un buon affare solo per l’erario.